Negli ultimi tempi se ne sta parlando tantissimo: il lupo è tornato a vivere i nostri territori in una maniera che qualcuno ha sentito quasi invadente, spingendosi fino ai centri abitati e facendosi intravedere dalle finestre e dai balconi delle nostre case.
Circostanze che si sono verificate in diverse regioni d’Italia e che, in qualche caso, hanno messo in allarme la popolazione: al netto di prendere le giuste precauzioni nei riguardi degli animali (domestici e non) che si possono tenere in famiglia, non c’è assolutamente da preoccuparsi, anzi. I lupi sono animali molto timorosi dell’essere umano e tendono ad allontanarsi dai luoghi dove la nostra presenza è più che conclamata attraverso rumori, luci e attività varie.
Ed è proprio partendo da questo spunto che noi del Residence Villa Valsi abbiamo pensato di dedicare una pagina proprio al lupo appenninico d’Abruzzo.
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Lupo appenninico in Abruzzo: un identikit
Maestoso, indipendente, con occhi che ipnotizzano: chi è davvero il lupo appenninico d’Abruzzo?
Parliamo di un animale che può arrivare anche al metro e mezzo di lunghezza (testa-coda) e con un peso che varia, in genere, tra i 25 e i 40 kg. La vita media è all’incirca di 10 anni (anche se non è impossibile incontrare esemplari più longevi), ma molto dipende dal modo in cui viene condotta: il lupo, in effetti, si adatta molto facilmente a diversi tipi di ambienti, tanto che nel Parco Nazionale d’Abruzzo è stato riscontrato sia ad alte che a basse latitudini, nei boschi come nelle praterie. E la sua versatilità può rivelarsi uno svantaggio o un vantaggio, a seconda delle situazioni.
L’aspetto interessante di questi carnivori al vertice della catena alimentare è che, certo, si nutrono principalmente di carne (cinghiali, cervi, persino roditori!), ma in mancanza di materia di prima scelta riescono a sostentarsi anche con bacche, frutta selvatica o carcasse di animali, prendendo il ruolo di “spazzini” che in natura è sempre positivo.
L’accoppiamento, in genere, avviene soltanto alla fine dell’inverno e solo nella coppia alfa, che dà alla luce da 2 a 6 cucciolotti che restano “in famiglia” per circa un anno (o anche più). Quello che non tutti sanno, però, è che una volta passata la fase “adolescenziale”, i giovani lupi vanno in esplorazione di territori circostanti, allontanandosi sempre di più dal branco originario e non per forza diventando parte di un altro branco: a volte, infatti, questi animali possono anche vivere isolati, che sia per brevi fasi o per lungo tempo. Ma allora da dove deriva e a che serve l’ululato?
L’affascinante ululato dei lupi
L’ululato dei lupi è probabilmente uno dei versi più caratteristici ed affascinanti dell’intero universo animale. È riuscito ad entrare in miti e leggende, a colonizzare i nostri film, cartoni animati, persino i nostri sogni notturni.
In sostanza, l’ululato ha una doppia funzione:
- territoriale (serve a segnalare la propria presenza);
- di richiamo (per altri membri del branco).
Come abbiamo visto, questi animali possono vivere anche in solitaria, ma non è nemmeno detto che facciano parte di branchi enormi: a volte sono molto contenuti e gestiti gerarchicamente da entrambi i sessi, che delimitano il proprio territorio con le classiche marcature odorose (urina e feci). Camminatori instancabili, amano rifugiarsi nelle grandi foreste di faggio del Parco e hanno ricolonizzato le montagne d’Abruzzo, estendendosi alla dorsale appenninica e alle Alpi occidentali.
La storia del lupo appenninico in Abruzzo
Chi si avventura nei parchi abruzzesi in cerca di avvistamenti di lupi farebbe meglio a cambiare obiettivo: questi animali sono sfuggenti, notturni, e di giorno vivono nei luoghi più inaccessibili del circondario. Certo, mai dire mai…
Parliamo di un carnivoro meraviglioso, le cui differenze con i “cugini” nordici sono saltate all’occhio per la prima volta al dottor Altobello (Campobasso, 1921), appassionato di storia naturale, che perciò chiamò il lupo dell’Appennino Canis lupus italicus, considerandolo come una sottospecie a sé; ad oggi, gli studiosi stanno ancora conducendo specifiche indagini genetiche, ma sembra che tutto si riferisca ad un’unica sottospecie, la Canis lupus lupus, originaria dell’Eurasia centrale e settentrionale.
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